3 Cappon Magro Per Il Commissario by Cristina Rava

3 Cappon Magro Per Il Commissario by Cristina Rava

autore:Cristina Rava [Cristina, Rava]
La lingua: ita
Format: epub, azw3
Tags: Murder, True Crime, Crime, Fiction, Thrillers, General
ISBN: 9788875637576
editore: Fratelli Frilli Editori
pubblicato: 2008-07-31T22:00:00+00:00


Capitolo otto: nel quale sguardi e silenzi risvegliano atmosfere dei film con le spie

Ardelia stava guardando la tv, il telecomando in mano, la presa sempre più molle perché le stava venendo sonno. Anche le sue palpebre scivolavano verso il basso, se ne stavano appiccicate a quelle di sotto per qualche secondo, poi tornavano su di botto, rivelando un occhio sgranato che in realtà non vedeva niente. Aveva le gambe raccolte sulla poltrona, per Bartolomeo restava un mistero come facesse a trovare confortevole quella posizione, e fingeva di guardare Crossing Jordan, ma era evidente che stava dormendo, perché non imprecava e non strillava ad ogni presunto difetto tecnico della sceneggiatura. Di solito imprecava e strillava in continuazione, con grande gioia di Rebaudengo, che non riusciva mai a capirci un tubo. Se voleva farla stare brava più a lungo doveva cercare Dr. House. Con quel telefilm innescava la sua forte vena competitiva e la sentiva bisbigliare tra sé, come quelle vecchiette che recitano il rosario a fior di labbra, così hanno l’impressione di essere più concentrate. E Ardelia se ne partiva in solitaria per un viaggio fantastico, appesa alla mongolfiera meravigliosa della sua immaginazione diagnostica. Enumerava i segni, li collegava, avanzava ipotesi, e siccome non poteva essere lì a visitare, ascoltava più i commenti dei medici che non i racconti dei pazienti, abituata com’era al fatto che i morti non avevano l’abitudine d’illustrarle i loro sintomi; pertanto osservare ed interpretare era per lei il metodo più naturale. Qualche volta si agitava, ma sommessamente, per non perdersi neanche una parola. Questo accadeva quando compariva una complicanza stravagante ed improbabile, oppure solo alla fine si scoprivano pregressi eventi patologici che avrebbero potuto essere indicativi. Tornava indietro con la memoria mentre il telefilm andava avanti, tentando di mantenere il controllo sulla vicenda, sempre sottovoce, borbottando, e cercando di battere House sul tempo, ma era difficile, lui era troppo bravo, soprattutto perché era un dottore finto! E che cazzo, certo che ci azzeccava sempre! Anche Superman salva il mondo, sai che sforzo, è Superman. Quando sbagliava o ci arrivava troppo tardi, smetteva di mormorare ed attaccava terrificanti requisitorie a piena voce contro gli sceneggiatori e questo accadeva dopo le dieci, qualche volta dieci e mezzo: era stata una sera tranquilla! Una volta Bartolomeo per distrarla dall’insuccesso, le aveva detto: ‘Ma non ti sei ancora accorta che il Dr. House è Sherlock Holmes, stessa intelligenza deduttiva, misogino, tossicodipendente e che Wilson, pedante, grigio ma ragionevole è Watson!”.

“Ma va’? Ma veramente?”.

“Sì e non è nemmeno un’idea mia, l’hanno detto una volta su radio 3”.

“Oh belin, non ci avevo mai pensato!”, poi era rimasta un attimo zitta e aveva concluso: “Non so però se ’sto fatto me lo rende più simpatico o più antipatico! Sherlock Holmes da ragazzina mi stava terribilmente sulle palle… Mmh, ci devo pensare…!”.

Non tutte le sere guardavano la televisione, qualche volta chiacchieravano ascoltando musica, oppure trafficavano al computer. La tv era la risorsa per i fine giornata in cui erano troppo stanchi per dedicarsi a qualcosa di creativo.



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